Un incontro... Curioso!

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    Erano già passato qualche giorno dalla fine dell'evento, tuttavia Koon si trovava ancora ad Alexandria. Tra una sfida a duello e qualche giro per negozi, il ragazzo non era ancora riuscito ad apprezzare appieno tutto ciò che la città aveva da offrire e non aveva intenzione di andarsene finchè non vi fosse riuscito.
    Dopo aver passato l'intera mattinata a vagabondare senza meta tra le strade cittadine, concedendosi una breve sosta solo per pranzare, lo zilart si rese conto che in quel modo non avrebbe di certo fatto molti progressi; gli serviva qualcuno del posto che gli facesse da cicerone, o per lo meno che gli desse qualche indicazione. Certo, trovare qualcuno di disponibile lì intorno non sembrava affatto un'impresa facile.
    Il via vai caotico di persone, effettivamente appropriato per quella che era la capitale di un regno, stonava un po' con l'architettura medievale delle case, che dava l'impressione di trovarsi in una semplice e ridente cittadina. Sbirciando qua e là, Koon continuava a depennare persone dalla lista di quelli a cui chiedere informazioni: l'armaiolo alla sua destra sembrava troppo impegnato ad affilare le sue armi, il distinto signore che camminava alla sua sinistra sembrava troppo altezzoso per rivolgergli la parola, e la donna che stava all'angolo del vicoletto poco più avanti appariva dedita ad attività... Ehm, poco oneste.

    *Ora basta, se sto a cercare la persona perfetta si farà notte. Ora chiedo al primo che incontro!*


    Buonaseeeeeeera!

    Koon si guardò intorno spaesato, non capendo da chi fosse venuta quella voce. Era troppo vicina per appartenere all'armaiolo, improbabile fosse del distinto signore... Che iniziasse ad avere le traveggole?

    Ehm, quaggiù!

    Il ragazzo rivolse lo sguardo al terreno e, rilassandosi all'idea di non essere diventato pazzo, si trovò di fronte un nano, evidentemente il proprietario di quella suadente voce, che se ne stava a fissarlo con le braccia conserte dietro la schiena. Un nano, per altro, decisamente particolare. Oltre al suo abbigliamento leggermente fuori luogo, un elegantissimo smoking nero con tanto di cravattino, la peculiarità di quell'individuo stava nei suoi peli facciali: nessuna traccia della barba tipica della sua razza, sostituita invece da un lungo e sottile paio di arricciatissimi baffi neri. Di certo un individuo fuori dal comune.

    Signore, ho notato il suo sguardo smarrito e ho pensato di rendermi utile! Sta cercando qualcosa in particolare?

    Lo zilart rimase dubbioso per un istante, probabilmente a causa dell'aspetto stravagante di quel piccoletto. Dopodichè, ricordandosi della fatica nel trovare qualcuno disposto a guidarlo e del suo proposito di non essere troppo selettivo, si decise ad approfittare della disponibilità di quello sconosciuto.

    Oh, uhm, in realtà sì... Cioè, più o meno. Stavo cercando qualcosa di culturale, per apprezzare un po' la vita e la storia di Alexandria...

    Gli occhi del nano si illuminarono a quelle parole, e il giovane mago blu si domandò se quello fosse o no un buon segno.

    OH OH OH! Qualcosa di culturale? Ma questo è P E R F E T T O! Con la P maiuscola. So proprio cosa fa al caso suo. Mi segua prego!

    Detto ciò, il nano iniziò a zigzagare tra la folla con una velocità e un agilità che, considerando le sue corte e tozze gambe, era decisamente degna di nota. Lo zilart iniziò a seguirlo senza pensare, temendo che se non gli fosse stato dietro non sarebbe più riuscito a ritrovare la sua piccola sagoma in mezzo alla massa. Fortunatamente, il sole stava iniziando a calare e la quantità di gente che percorreva quella strade andava via via scemando, rendendo più facile il compito del mago. Dopo circa 10 minuti di strada, il nano si fermò davanti ad un edificio dall'aria anonima di cui, dopo pochi istanti di sosta, si affrettò a varcare la soglia.
    Fu allora che a Koon iniziò a venire qualche dubbio.

    *E così sarebbe questa la nostra destinazione? Il posto "culturale"? Forse se faccio in fretta riesco ancora ad andarmene senza essere notato...*

    Proposito che andò immediatamente in frantumi, poichè il nano, che a quanto pare si era accorto di aver perso il proprio ospite, riaffacciò il volto dal portone invitandolo nuovamente a seguirlo.


    Ehi, che aspetti? Vieni dentro! Qui stanno per cominciare, rischiamo di arrivare in ritardo!

    Il mago restò in sospeso per qualche secondo, dopodichè decise di buttarsi. Cosa poteva poi succedergli di male? Si affrettò a raggiungere il nano ed insieme varcarono il portone. Quello che li attendeva era una normalissima portineria, tale e quale a quelle che si sarebbero potute trovare in un normalissimo palazzo, popolata tuttavia da individui abbigliati esattamente come il nano, con tanto di baffi a riccio. Uno di questi porse al nano quelli che avevano tutta l'aria di essere... Occhiali per la vista notturna?! Ok, il tutto iniziava davvero a farsi strano. Ma ormai la frittata era fatta, poichè il nano gli brancò il braccio con una presa degna di un monaco e lo trascinò dietro di sè, lasciandogli solo la possibilità di seguirlo.

    Stammi vicino ora.

    Non che avesse altra scelta. Il nano lo condusse attraverso una porta in fondo a quella specie di atrio e, varcatola, Koon si trovò immerso nel buio. Ora capiva a così servivano quegli occhiali, vederci in quel buio era impossibile e, una volta richiusa la porta, il ragazzo non sarebbe più stato nemmeno in grado di ritrovare l'uscita. Quando lo zilart iniziava a tenere il peggio, il nano si fermò, gli lasciò il braccio e gli spinse contro le gambe quella che al tatto sembrava essere una normalissima sedia.

    Siediti qui. E buon divertimento!

    Il tono gioviale del nano sembrava stonare con l'alone di mistero che aleggiava pesante intorno a lui. Cosa sarebbe successo ora? Dove si trovava? Perchè proprio lui?

    DRIIIIIIIIIN!

    Il suono di una campana spezzò il silenzio che regnava nella stanza. Qualcosa stava per mettersi in atto. Ma cosa?

     
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  2. Bobo--asd
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    Oramai l'evento di natale si era concluso e Alexandria si era un pochino svuotata dalla marmaglia di gente che era accorsa per quest'ultimo e per il discorso di fine anno della regina. Comunque Raizir aveva deciso di rimanere ancora per un po' nella città per osservare se c'era ancora qualcosa che potesse visitare o interessargli. Magari qualche arma a buon prezzo, qualche informazione utile per il suo lavoro da mercenario, le solite cose insomma. Non bisognava mai lasciare nulla al caso, era sempre meglio indagare su tutto a fondo ogni volta che si poteva per poter fare tutto al meglio. Quel giorno il bangaa aveva deciso di andarci pesante e fare “gli straordinari”, visto che oramai si trovava nella decima taverna (o forse era l'undicesima, aveva perso il conto) dalla mattina presto e aveva incominciato a sentire se i vari oste avessero qualche notizia interessante. Non aveva però considerato un piccolo dettaglio, o meglio lo aveva sottovalutato un po' troppo: ad ogni locale che visitava era dovuto fare una consumazione, cosa che per lui non era affatto un problema, anzi era un piacere. Ma quel giorno a suon di bicchierini e boccali, nonostante alla sua età con il tempo avesse sviluppato una cosiddetta abitudine all'alcol, un leggero mal di testa cominciò a farsi sentire insieme a tutto ciò che comportava l'eccesso di alcolici. Quel giorno era inutile negarlo aveva decisamente esagerato e si ritrovò non in ottime condizioni psico-fisiche. Si alzò salutando cortesemente il taverniere lasciando le monete necessarie a pagare la sua ennesima consumazione ed uscì dal locale. Tutto intorno era piuttosto strano, ma per l'appunto essendo abituato allo stato di ubriachezza camminava per le vie di Alexandria abbastanza spavaldo senza farsi notare troppo o fare qualche scemenza come succedeva spesso in quei casi alle altre persone, in primis i giovani. Non lo avrebbe mai ammesso ma sotto sotto stare in quelle condizioni gli piaceva. E molto anche. Si dimenticavano i problemi, ci si sentiva liberi senza troppe preoccupazioni, era come girovagare per il mondo con una tranquillità impressionante. Insomma era proprio in quello stato che, non sapeva esattamente come, si ritrovò ad essere fermato da uno strano tizio, che cominciò a parlargli, nonostante l'iniziale disenteresse del bangaa, dovuto soprattutto per i motivi menzionati in precedenza.

    Buonasera onerevole signore.

    Nel suo pessimo stato si ritrovò a fissare lo hume che aveva davanti senza rendersi pienamente conto di chi avesse davanti. Non gli sembrava di conoscerlo, né di persona né di vista e nonostante stesse strizzando gli occhi per osservarlo meglio, contianuava a parergli un perfetto estraneo.

    Stavo pensando che una persona come lei si trovi qui ad Alexandria per poter passare il suo tempo nel migliore dei modi. Per ricercare il massimo del divertimento, il meglio della cultura, il massimo del massimo e il meglio del meglio insomma.

    Raizir si era ritrovato ad annuire involontariamente, più per un effetto ipnotico dovuto allo stordimento delle troppe parole messe insieme dall'individuo. Ci mise qualche secondo infatti per poter cominciare a formulare una risposta.

    Ssi... Insssoma... Qualcossssa del genere...

    Il bangaa riuscì a pronunciare solo quelle parole per poi essere preso d'assalto dallo hume, al quale bastò quel poco biascicare per farlo esaltare.

    Ma allora ha trovato la persona giusta! Io posso portarla nel miglior posto del luogo, dove troverà tutto quella che cerca, e molto di più! Ma perché siamo ancora qui a parlare! Dobbiamo muoverci che abbiamo poco tempo!

    E nel dirlo cominciò a prenderlo e abbracciarlo con un braccio, cosa che gli permise di accompagnarlo meglio per la strada e intontire ancora di più Raizir, che non si aspettava una reazione del genere.

    Ma io veramente...

    Ma non si preoccupi! Io l'ho inquadrata subito! Non se ne pentirà! La sto portando dove troverà tutto ciò che cerca!

    *Ma io esattamente cosa sto cercando?*


    Fu il pensiero del bangaa mentre veniva praticamente trascinato per la città senza possibilità di opporsi. Il tragitto fu abbastanza breve, ma intenso, viste le continue chiacchere del suo "nuovo amico" che non sembrava voler smettere di parlare. Si ritrovarono davanti ad una strana costruzione che non sembrava avere insegne o cose del genere, ma solo un grosso portone che i due varcarono insieme. Solo a quel punto, osservando la gente che aveva intorno, si rese conto che erano tutti vestiti esattamente allo stesso modo e avevano tutti degli stranissimi baffetti a riccio che li rendevano ridicoli. Solo a quel punto, con gran stupure, il bangaa si rese conto che anche il tipo che lo aveva trascinato fin lì era uguale a tutti gli altri.


    Eccolo l'ho trovato! Ci mancava giusto l'ultimo vero?

    Sisi! Veloci veloci, che stiamo per cominciare!


    Vide quindi il tizio inforcare degli stranissimi occhiali e poi buio. Improvvisamente si ritrovò in una stanza completamente buia dove non vedeva assolutamente nulla, dove l'unica cosa che lo guidava era il tizio che a quanto pareva riusciva a verderci benissimo. Si ritrovò quindi ad essere praticamente sbattuto su una sedia vicino ad un tavolo.

    Eccoci qua! Buon divertimento!

    Lo hume se né andò e Raizir cominciò a non capirci più niente.

    *Dove sono!?!?! DIAMINE!*


    DRIIIIIIIIIIIIIIIIIN!


    Una campana fu l'unica cosa che si udì susseguita da una fortissima luce che si propagò velocissima nella stanza, accecando il bangaa e non facendogli capire cosa stesse succedendo.

    *Glabados proteggi il tuo umile servo!*
     
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    Mentre la campana cessava di suonare, una luce forte e improvvisa si sostituì al buio della stanza. Se il ragazzo avesse potuto farci caso, si sarebbe accorto che una serie di lampade a parate era stata finalmente accesa, tuttavia tutto ciò che i suoi occhi potevano percepire era la sensazione di essere stati penetrati da una lancia luminosa. Dopo essersi abituati al buio più totale, quell'improvvisa ondata di chiarore non poteva certo risultargli piacevole.
    Nel mentre, il silenzio momentaneamente tornato nella stanza fu nuovamente interrotto, stavolta non più da una campana bensì da una voce umana, anche se altrettanto squillante.


    Gentili ospiti! Benvenuti all'evento numero 1 di Alexandria! Immagino conosciate già tutti le regole del gioco!

    Koon avrebbe tanto voluto urlare "No, non ho idea di cosa tu stia parlando!" ma non ne ebbe l'occasione, dato che un "SIIIIIIIII" di gruppo si levò dalle persone che iniziava ad intravedere intorno a lui. Che fosse il ragazzo l'unico ignaro di ciò che stava per succedere?

    Che entusiasmo! Se sapete già tutto, non mi dilungherò oltre! Avete 5 minuti da ora per conoscere il vostro partner, dopodichè...

    SI GIRA!

    Nuovamente, la popolazione della stanza rispose in coro alla frase lasciata in sospeso dal misterioso maestro di cerimonie. Evidentemente, quella frase doveva essere una sorta di tormentone, un'introduzione standard a riunioni di quel genere. Già, ma di quale genere? Koon guardò a destra e a sinistra cercando di capire dove fosse finito. Si trattava di una stanza piuttosto larga, il cui unico arredamento era dato da una miriade di tavolini rotondi intorno ai quali, una coppia di persone per tavolino, erano radunati individui di ogni razza e sesso. Una domanda allora si fece spazio nella mente del ragazzo.

    *Perchè diamine tutti sono a coppie mentre io sono da solo?*

    La risposta era molto semplice. Nemmeno lui era solo. Il ragazzo, rivolgendo lo sguardo di fronte a sè, si trovò a fissare un bangaa color bronzo. A quanto pare, prima stordito dalla luce e poi preso a scrutare la stanza in cerca di indizi, il ragazzo aveva finito per non accorgersi del lucertolone che aveva davanti. A questo punto, tanto valeva chiedere a lui... O a lei? Già, per uno zilart che aveva vissuto per 20 anni senza abbandonare il Regno Celeste, distinguere il sesso di un bangaa non era certo un'impresa facile.


    Ehm, mi scusi, signore... Cioè, signora... Cioè... Bangaa! Mi scusi bangaa, sa per caso cos'è questo posto?
     
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  4. Bobo--asd
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    E la luce si propagò nella stanza, accecando il bangaa e non facendogli più capire niente, mentre il suono di una campana continuava a suonare per poi spegnersi nel silenzio.

    *Diamine! Lo sapevo che non doveva ubriacarmi. Sicuro che stavolta mi hanno buttato in gattabuia per ubriachezza molestia!*

    Raizir mise subito la mano destra sul tomahawk, l'arma più vicina essendo messa sulla cintura, stringendola ma senza ancora estrarla e si rese conto di non essere ammanettato o legato come normale doveva essere in quelle occasioni. Poi si sentì qualcuno parlare da un'altoparlante, che presentò “l'evento numero 1 di Alexandria” chiedendo se tutti conoscerò le regole del gioco, domanda alla quale ci fu un sonoro “SIIIIIII” da parte di un sacco di persone che cominciava a distinguere intorno a lui, seduti a vari tavoli. E fu a quel punto che il bangaa capì tutto.

    *Dannazione! Si deve trattare dell'inizio dell'ora d'aria... Adesso si spiega quella campana... Si divertono a giocare con i prigionieri... Ma come ci sono arrivato fin qui?*

    Si, perché ovviamente nel frattempo si era dimenticato tutto quel gli era successo fino a poco fa, viste le troppe cose successe coperte dall'oramai abitudinario mal di testa. Cominciò a guardarsi intorno riconoscendo diverse persone di razze diverse che sembravano tutte accoppiate a degli strani tavolini, tutti uno di fronte all'altro, ma il tutto gli pareva molto confuso, visto il suo stato mentale attuale. Ma fu la frase successiva dello “”speaker”” che lo fece preoccupare seriamente. Infatti disse che avevano a loro disposizione 5 minuti per conoscere il proprio partner, dando l'inizio con un “SI GIRA”. E qui il bangaa strinse molto forte la propria ascia da lancio, preparandosi a sfilarla il più velocemente possibile.

    *Sono dei pazzi! Fanno combattere i prigionieri tra di loro finché non né rimane uno solo. E ci danno anche 5 minuti per conoscere il nostro avversario!!!! Ed il tutto viene anche filmato! E' peggio della Battle Royale!*

    Fu solo allora che mentre sfilò il tomahawk dalla cintura, ma senza farlo vedere a nessuno perché ancora nascosto dal tavolo, che qualcuno lo interpellò, prima dandogli del signore, poi della signora e infine del bangaa. Lo guardò in faccia e poté riconoscere uno hume, piuttosto giovane, anche se gli sembrava avere qualcosa di strano. O forse era solo l'effetto dell'alcool. Il fatto più grave era che nonostante tutto quello che stava succedendo lui sembrava tranquillo e gli porse la domanda con tono pacato e gentile. Dal canto suo Raizir sapeva bene come rispondere.


    Ssenti ragazzo. Non ssso dove ci troviamo né come io sia finito qua. Ma non ho intenzione di partecipare a quesssto ssporco gioco dove tutti si confrontano uno con l'altro ssolo per lo ssspettacolo di qualche riccone che sssi diverte alle nossstre sspalle.. Ssto cercando un modo per uscire da quesssta gabbia di matti e tu hai due sscelte. O mi aiuti me o aiuti loro.

    E nel frattempo l'altro avrebbe potuto notare come mentre il braccio sinistro era appoggiato sul tavolo indicandolo minacciosamente, il destro era proteso verso i pantaloni... e tremava vistosamente per gli effetti oramai sopracitati. Forse non era la migliore delle scene, ma lui non poteva sapere veramente cosa c'era lì...

    *Glabados... Perché mi hai cacciato in questo guaio? Cosa ho sbagliato questa volta?*
     
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    Le prime parole del rettile bastarono a rendere chiaro che anche lui, al pari dello zilart, era totalmente ignaro della situazione in cui si trovavano.

    *Perfetto, di bene in meglio. Qui sembrano tutti clienti abituali... Quante possibilità c'erano di finire in coppia con un altro all'oscuro di tutto?!*

    Senza nemmeno farlo apposta, il ragazzo smise di prestare attenzione alle parole del bangaa. Non che avesse qualcosa contro il suo interlocutore, semplicemente in quel momento la sua priorità era fare chiarezza sulla faccenda e a quanto pare l'altro non era in grado di aiutarlo. Il mago tese le orecchie, cercando di origliare i discorsi delle coppie più vicine, e dopo poco riuscì a cogliere qualcosa di interessante.


    ... allora, vieni spesso qui?

    Beh, in realtà è il mio primo speed date, ma mi ha sempre intrig...

    SPEED DATE?! Era quella la misteriosa attività in cui si era ritrovato coinvolto? Il ragazzo emise un sospiro di sollievo. L'atmosfera gioviale dominante nella sala, effettivamente, aveva già attenuato le sue preoccupazioni, tuttavia avere un quadro chiaro e completo della situazione gli permise finalmente di rilassarsi del tutto. O meglio, glielo avrebbe permesso, tuttavia l'idea di avere un incontro romantico con un lucertolone di sesso ignoto non figurava certo tra le sue prerogative. Non che fosse razzista, non avrebbe avuto problemi ad intrattenersi con qualche affascinante viera o qualche provocante gria, tuttavia le scaglie non lo avevano mai affascinato.
    A proposito di scaglie, il bangaa, mentre Koon era intento ad origliare l'altrui conversazione, aveva finito il proprio discorso. Il ragazzo, che si rendeva conto di non essersi comportato in maniera perfettamente aderente al galateo, indossò la sua migliore faccia di bronzo e cercò una risposta che mascherasse la sua totale mancanza di attenzione. Come ben saprà chi si è già trovato in una soluzione del genere, il ragazzo potè almeno appigliarsi alle ultime parole del rettile, dato che le sue orecchie, dopo averle inconsciamente captate, ebbero la gentilezza di riproporgliele.


    ...hai due sscelte. O mi aiuti me o aiuti loro...

    Aiutare? E con cosa? Una serie di dubbi si fece largo nella mente dello zilart, che iniziò a scrutare la figura del bangaa, cercando di capire a cosa si riferisse. In particolare, i suoi occhi si fissarono sul braccio destro del rettile, la cui parte inferiore era sparita sotto il tavolo in direzione dei pantaloni e si agitava vistosamente. Mano, pantaloni, movimento... Cosa?!

    *Per Altana, questo è un maniaco! Cosa diavolo faccio ora?!*

    Il ragazzo si guardò intorno, cercando qualcuno a cui chiedere aiuto. Poi però gli sovvenne un particolare. Il bangaa aveva citato "altri", ponendolo di fronte alla scelta di aiutare lui o loro. A quanto pare, doveva avere dei complici lì intorno, pronti ad approfittare di lui in gruppo qualora non avesse acconsentito alla richieste del rettile. Sì, IL rettile: tra tono di voce e comportamento, ormai era diventato abbastanza palese che si trattasse di un maschio. Il che, per quanto Koon non fosse troppo disposto a farsi dominare nemmeno da una signora lucertola, di certo rendeva impensabile sottostare alle richieste di quel maschione dall'ormone facile.
    Lo zilart cercò di ragionare, mettendo al lavoro i numerosi neuroni di cui era dotata la razza per capire come cavarsi d'impiccio. Per prima cosa, doveva cercare di prendere tempo senza far imbestialire il maniaco.


    Ehi ehi, non ti sembra di correre troppo? So che abbiamo solo 5 minuti, ma almeno usiamoli tutti per conoscerci. Piacere, io sono... Zoom!

    Il ragazzo, pur non dimostrando una grande fantasia nella scelta, decise di fornire un nome falso, giusto per evitare che, qualora fosse riuscito a fuggire, quei malviventi potessero rintracciarlo controllando i registri delle locande. Poi il giovane, mantenendo comunque sott'occhio il bangaa, cercò di individuare quali fossero i suoi "colleghi". Il timore di Koon era che i gestori del luogo fossero corrotti o comunque compiacenti, difficilmente altrimenti il lucertolone avrebbe avuto un atteggiamento tanto spavaldo.
     
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  6. Bobo--asd
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    Il suo interlocutore sembrava non prestargli attenzione, o perlomeno non abbastanza. Questi infatti sembrava più interessato alle cose che accadevano intorno a lui, cosa che, per quanto ubriaco fosse, il bangaa riuscì a notare, nonostante l'indiscrezione. Alla sua domanda infatti l'altro rimase neutrale, senza dare una risposta precise, dicendo che aveva solo 5 minuti e dovevano conoscersi senza correre troppo. E fu proprio questa frase che fece capire a Raizir che oramai era troppo tardi. Anche lui evidentemente era stato “integrato nel sistema”, succube di quel gioco cinico e malvagio. Non si sarebbe stupito se un personaggio del genere, nonostante potesse sembrava innocente e privo di ogni pericolosità, fosse uno degli avversari più potenti del mondo. Non sembrava armato, ma forse aveva parecchie armi nascoste o assi nella maniche. Oppure era ancora peggio: era un mago potentissimo e stava giocando con lui già in quei semplici 5 minuti di una “normalissima” chiacchierata. Era ora di cominciare a preoccuparsi... se quello era veramente il suo avversario che avrebbe dovuto affrontare tra poco bisognava stare molto attenti. Raizir continuava a stringere il tomahawk, pronto a lanciarlo in qualsiasi momento, a qualsiasi movimento brusco o parola sbagliata. Il tremare della sua mano era diventato più intenso, per via del nervosismo, mentre continuava ad essere attanagliato dal mal di testa, che aumentava per i troppi ragionamenti che continuava a fare.

    Ssentì “Zoom”. Lo ripeto una ssolo volta. Non ho tempo da perdere. Deciditi: o ti fai avanti, e fai il tuo ruolo da vero uomo oppure continui con quesssta menata. Sappi che però non mi sssta piacendo affatto.

    A quanto pareva non era stato abbastanza chiaro e sperava che con queste parole, l'altro capisse che cosa volesse dire. Intanto si guardò intorno anche lui notando sorrisi e persone spensierate, segni che oramai erano tutti succubi di quel terribile gioco. Tra pochi minuti si sarebbe scatenato un inferno indescrivibile e tutti continuavano a fare le cose con allegria e spensieratezza. Il bangaa era innervosito da questo pessimo clima e continuava sempre a peggiorare. Se non ci fosse stata una svolta, avrebbe dovuto prendere, alzarsi e cominciare a fuggire, cercando una via di fuga da solo, cercando di farsi strada tra gli altri. Cominciò infatti a guardarsi intorno, notando che ad ogni uscita erano sempre presenti due o tre di quelle buffe persone tutte uguali, evidentemente delle guardie messe lì proprio per lo scopo. Inoltre aveva ben sentito che erano registrati, viste le parole chiare dello speaker, cosa che rendeva le cose ancora più difficili. Non avrebbe mai dovuto fare un altro sbaglio così grande, comunque sarebbe finita, quell'avventura sarebbe rimasta per sempre nei suoi ricordi come una sfida impossibile. E attendeva dunque la prossima mossa della persona che aveva davanti, anche se aveva perso le speranze in un suo aiuto a fuggire, visto che molto più probabilmente lo avrebbe pugnalato alle spalle alla prima occasione. Continuava ad osservarlo, cercando il punto più adatto in cui colpirlo con l'ascia, lo stava proprio studiando. E lo faceva abbastanza esplicitamente, osservandolo intensamente.

    *Comunque vada, è sempre stato un onore per me essere un tuo servo Glabados*
     
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    La situazione non dava segno alcuno di miglioramento. Nonostante il tentativo di Koon di fare un passo indietro e di prendere tempo, il bangaa sembrava avere tutt'altre intenzioni. Intenzioni che, a giudicare dalle sue parole, prevedevano per lo zilart un ruolo da protagonista.

    Ssentì “Zoom”. Lo ripeto una ssolo volta. Non ho tempo da perdere. Deciditi: o ti fai avanti, e fai il tuo ruolo da vero uomo oppure continui con quesssta menata. Sappi che però non mi sssta piacendo affatto.

    Nei grandi palcoscenici di cinema e teatri, attori, comici, subrette e chi più ne ha più ne metta litigavano furentemente contendendosi una parte in questo o in quello show; al contrario, chissà poi perchè, Koon avrebbe volentieri ceduto il proprio ruolo di primo piano nello "spettacolo" che il bangaa aveva in mente a chiunque si fosse fatto avanti chiedendoglielo. Era però piuttosto chiaro che ciò non sarebbe successo.
    Le allusioni del lucertolone si fecero sempre più esplicite, intimandogli tra l'altro di compiere una scelta in tempi brevi: poteva offrire tutto il proprio corpo di uomo, soddisfando velocemente e completamente il bangaa per poi essere forse libero di andarsene per la propria strada, oppure poteva per il momento limitarsi ad aiutare il suo interlocutore con la sua "menata", dato che a quanto pare questi si era stufato di portarla avanti da solo.
    In realtà, soprattutto su quest'ultimo punto, le azioni del rettile contraddicevano le sue parole. Per quanto si fosse dichiarato insoddisfatto del "fai-da-te", il maniaco continuava imperterrito coi suoi movimenti di braccio, che si fecero decisamente più insistenti quando, dopo essersi guardato in giro per qualche istante, il bestione iniziò a scandagliare il corpo dello zilart con sguardo intenso. Il ragazzo deglutì nervosamente, ricacciando indietro l'autolesionistica tentazione di capire cosa in particolare avesse destato l'attenzione del bangaa.
    Ciò che aveva invece destato l'attenzione del mago blu, che in cerca di una possibile via di fuga tentava di non lasciarsi sfuggire nemmeno un dettaglio, era il fatto che prima di iniziare a fissare lui il rettile aveva lanciato una rapida serie di occhiate alle altre coppie radunate nel locale, soffermandosi anche sugli addetti che sostavano alle uscite. Forse cercava nuove vittime da adescare una volta finito con lui, forse controllava la situazione dei suoi complici, o forse si accertava che nessuno avesse notato i suoi atteggiamenti immorali. Il ragazzo sperava con tutto il cuore che l'ultima possibilità fosse quella veritiera, ed il nervosismo che il bangaa emanava da tutti i pori sembrava confermarla; ciò avrebbe costituito un decisivo passo avanti, soprattutto per quello che implicava: il maniaco e i suoi complici non avevano il pieno controllo del locale, altrimenti il lucertolone sarebbe stato molto più tranquillo, il che lasciava ancora qualche speranza allo zilart. Ragionando a catena su quest'ipotesi, una folgorante illuminazione attraversò la mente di quest'ultimo.

    *Forse è così nervoso perchè finiti i 5 minuti sarò fuori dalla sua portata... In effetti ha detto di avere una certa fretta! Non dovrebbe mancare ancora molto, se riesco a tenerlo impegnato per un po' senza insospettirlo troppo forse riesco a togliermelo di torno!*

    Già, intrattenere il bestione sembrava la cosa migliore. Ma come? Quello aveva già dimostrato di mal tollerare le parole e di voler passare ai fatti, un ulteriore sfoggio della sua parlantina lo avrebbero solo insospettito ulteriormente. Accontentarlo però era fuori discussione, di certo lo zilart non si sarebbe calato volontariamente nei panni di schiavo sessuale, neanche limitandosi a qualche preliminare. Qualcosa però bisognava pur dargli, per fingere di essere ben disposti e dissuaderlo dall'uso della forza. Sospirando, il ragazzo cercò di porsi nello stato d'animo adatto per una recita decisamente fuori dalle sue corde.
    Iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore sforzandosi di sembrare sensuale, quindi con la mano sinistra si slacciò il bottone più alto della camicia (ovviamente in tonalità di blu, precisamente color uovo di pettirosso) mentre la mano destra spariva in direzione dei pantaloni.


    Ehi maschione, non ti innervosire... Un po' di attesa rende tutto più divertente! E poi non sono abituato a fare cose di questo genere in pubblico, è la prima volta per me... Procediamo poco alla volta, poi quando le acque qui dentro si saranno calmate ci vediamo fuori e diamo il via alle danze...

    La speranza del ragazzo era quella che, mostrandosi disposto a giocare al gioco del bangaa, questi gli concedesse la libertà di introdurre qualche variazione sul tema. Ovviamente, Koon non si sarebbe mai presentato all'appuntamento, avrebbe aspettato di essere spostato in un tavolo vicino all'uscita e poi, cercando di non dare sospetti, avrebbe infilato la porta e si sarebbe allontanato a massima velocità da quel posto, mettendo più distanza possibile tra lui e il suo molestatore.
    Mentre si sforzava di mantenere la parte, il giovane cercò di non immaginare cosa avrebbero pensato di lui Blu e i suoi genitori se lo avessero visto in quella situazione. Fortunatamente si trovava in terra straniera e difficilmente sarebbe giunta loro notizia della sua performance, altrimenti vi era un'alta probabilità che non sarebbe più riuscito a guardarli in faccia.
     
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  8. Bobo--asd
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    Erano attimi di grande tensione quelli che si erano formati a quel tavolo dove i due continuavano a parlare senza raggiungere grandi risultati. Purtroppo il bangaa era consapevole che se fossero andati avanti di questo passo non avrebbero fatto progressi, cosa che, visto che oramai il tempo era agli sgoccioli, non era possibile portare avanti per troppo a lungo. Dalla risposta del suo interlocutore però, Raizir comprese che questi o era un decelebrato mentale, oppure non aveva capito proprio nulla. In primis cominciò a mordicchiarsi il labbro, cominciando a fare movimenti alquanti strani e poco consoni a tutto quel che stava succedendo. Poi si slacciò un bottone della sua camicia... e portò la mano verso il basso, come l'aveva lui, in direzione dei pantaloni...

    *Glabados... Cosa sta succedendo?*

    La frase che poi gli disse l'altro, a partire dall'appellativo “maschione” a parole come “prima volta” e “ci vediamo fuori”, resero la situazione abbastanza caotica. Già, perché Raizir aveva un cervello famoso per trarre conclusioni di ogni genere e possibilità, accoppiate ad ipotesi ancor più variegate. A volte gli tornava utile per elaborare qualche strategia buona, altre volte invece lo portava a disastri di proporzioni ineguagliabili. Dopo la frase, il braccio del bangaa si fermò, quasi come se si fosse congelato e la sua faccia assunse una sguardo di stupore, ma non normale come normalmente si potrebbe notare in una qualsiasi persona, perché insieme a questo la mascella gli tremava vistosamente. Il suo cervello cominciò ad elaborare realizzando cosa stava succedendo e arrivò a comprendere le intenzioni di chi aveva di fronte a sé Raizir.

    *Lui... lui sta... io... ho forse...*

    Erano emozioni troppo forti per lui, che ridotto in quello stato, cominciò a tremare completamente per qualche secondo quasi paurosamente, per poi fermarsi all'improvviso. Sembrava quasi che il suo corpo non rispondesse più a lui, come se fosse in preda a qualcosa... Poi sentì un groppo alla gola... Cominciava ad avere una strana sensazione... come se non riuscisse a respirare... Cosa gli stava succedendo? Non riusciva a capire... era una stranissima sensazione... Poi improvvisamente riuscì a realizzare. Tra la tensione provocata dal momento, la sua condizione psico-fisica e la visione non gradevole visti i suoi attuali pensieri (in fondo era partito da una battle royale, ad uno zilart che praticamente ci stava provando con lui, o meglio rispondeva a lui come se il bangaa fino a quel punto... Ecco, questo era il cervello del bangaa che con troppe cose per la testa partiva da solo), si rese conto che c'era qualcosa. Il suo groppo alla gola stava salendo. Non era un semplice groppo, ma si stava proprio sentendo male. Si mise immediatamente entrambe le mani alla bocca. Ingenuamente si rese conto che tra le due mani a copertura della bocca, comparve il suo tomahawk, facendo finalmente comprendere qualcosa al suo interlocutore. Lo fece notare per poco però, perché dopo poco abbassò la mano destra mettendolo via e nascondendolo. Ma non c'era tempo per quelle baggianate, visto quello che stava per succedere... Non doveva vomitare sul tavolo... non era una bella cosa da fare davanti a tutti, il bangaa non ci teneva. Si guardò rapidamente intorno, finché non trovò una scritta “toilette” ccanto ad un simbolo inequivocabile. Quello era sicuramente il bagno. Nel giro di pochi secondi Raizir si alzò di scatto per correre verso il suo obiettivo. Ovviamente però non fu poi così semplice di quel che poteva pensare. In primis inciampò sulla stessa sedia su cui era seduto, riuscendo a rimanere in piedi per miracolo, ma sicuramente già con quella mossa, quelli ai tavoli vicini cominciarono a guardarlo straniti. Poi iniziò la sua corsa, solo che il percorso che doveva percorrere non era rettilineo, bensì avrebbe dovuto fare vari slalom tra diversi tavolini. Beh... avete mai provato a correre facendo delle curve improvvise da ubriachi?
    Passando accanto al primo tavolino, urtò una sedia disturbando chi ci era seduto. Verso il secondo riuscì a passargli molto lontano, allontanandosi parecchio, finendo con lo sbattere di schiena su una colonna portante del palazzo. Continuò verso il terzo, dove urtò con il gomito (perché continuava a tenere le mani davanti alla bocca) un tipo seduto, facendogli sbattere la faccia direttamente sul tavolo. Ma finalmente era arrivato all'ultimo ostacolo, questa volta urtando solo una delle gambe del tavolo, facendo rovesciare un bicchiere di una qualche bevanda direttamente sul suo proprietario. Almeno dopo quello, arrivò in bagno quasi per miracolo e vomitò l'anima e forse anche di più dopo tutto quello che aveva passato ed essersi sconquassato per bene. Ma forse quello che se la passava peggio non era lui, ma qualcuno rimasto da solo al tavolino, ancora con un bottone slacciato, osservato da tutti, partecipanti seduti e tipi con i baffetti. Cosa aveva mai fatto quello, per far scappare il bangaa così velocemente in quel modo?


    Stravolgimento totale! Ti passo la palla!
    PS
    In bocca al lupo XD
     
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    Di fronte agli occhi di Koon, la figura del bangaa passò attraverso una serie di mutazioni decisamente poco rassicuranti. Prima di tutto, il rettile si fermò per un istante con la mascella spalancata. Che fosse stato colpito dallo "spettacolino" dello zilart, forse proprio perchè non sperava più nella sua accondiscendenza? Dopodichè, probabilmente in preda all'euforia, tutto il corpo del lucertolone iniziò a tremare in maniera più che vistosa, in un crescendo di spasmi e contrazioni muscolari, per poi fermarsi all'improvviso. In una curiosa concatenazione di causa-effetto, oltre al corpo del bangaa in quel momento si congelò anche il finto sorriso che lo zilart aveva cercato di imprimere sul proprio volto.

    *Oh no... Oh no... OH NO! Non ci credo... Non dirmi che...*

    Il ragazzo non osò esplicitare nemmeno mentalmente quello che era il suo timore principale. A livello subconscio, però, era ben consapevole di cosa era molto probabilmente avvenuto. Quasi paralizzato, incapace di lanciare un'occhiata sotto al tavolo per confermare i propri timori, Koon non potè che tenere lo sguardo fisso sul suo interlocutore che, a un'esame attento, sembrava dibattuto tra emozioni contrastanti. Il che era strano, poichè a rigor di logica il mago blu si aspettava di vederlo semplicemente appagato. Che avesse già la mente rivolta ad ulteriori abusi da perpetrare ai danni del giovane? Un brivido percorse la schiena di quest'ultimo, che continuava internamente a battagliare col suo subconscio per costringerlo a tenersi per sè tutta quella serie di poco allettanti immagini.
    Non appena il ragazzo fu riuscito a calmarsi quel poco che bastava per riprendere consapevolezza di ciò che avveniva intorno a lui, un nuovo elemento andò ad aggiungersi alla già caotica situazione. Il bangaa si portò entrambe le mani alla bocca, mostrando in quella destra una piccola scure, che fu poi lesto a far sparire nuovamente sotto al tavolo. Un nuovo panorama di orizzonti si affacciava nella mente dello zilart, molti dei quali comunque poco rassicuranti. Cosa voleva dire quel gesto? Mani alla bocca, con un'arma in mano... Una minaccia? Che gli stesse intimando di stare zitto, e di non dire nulla di ciò che era successo? Tale tesi sembrò avvalorata dal fatto che il bestione fuggì poco dopo in direzione del bagno, probabilmente per ripulirsi... A quanto pare voleva assicurarsi che in sua assenza, e quindi libero dal suo controllo, il ragazzo non osasse fare la spia con nessuno.

    *Un attimo però... C'è qualcosa che non quadra...*

    La mente logica dello zilart, pur scossa dagli eventi, sembrò intimargli di far più attenzione ai particolari. In quella serie di eventi le tempistiche non quadravano. Subito dopo il suo momento di "estasi" il bangaa aveva sollevato la mano che prima teneva verso i pantaloni, recando proprio in quella la sua arma. Avrebbe dovuto quindi mollare la prima "arma" per prendere l'altra in qualche millesimo di secondo, avendo tra l'altro già realizzato che per andare in bagno avrebbe dovuto lasciare sola la sua vittima e quindi era il caso di spaventarla un po' per evitare brutti scherzi. Una serie di azioni che sembravano ben poco realizzabili in quei momenti di appagamento totale che... Ehm... Per esperienza personale il mago blu conosceva bene. Calcolando poi la poca distanza tra le loro gambe che il tavolino permetteva e il fatto che, nonostante non avesse osato controllare, il ragazzo non avesse avvertito movimenti o sensazioni strane con la parte inferiore del proprio corpo, l'idea ben chiara che si era fatto degli eventi sembrava tutto d'un tratto vacillare.
    Ben più probabile sembrava ora che l'ascia fosse stata nella mano del lucertolone fin dall'inizio... Ma allora tutto ciò che aveva immaginato fino a quel momento apparteneva di fatto solo alla sua immaginazione. Il ragazzo arrossì, pensando all'umiliazione a cui si era sottoposto poco prima, all'improvviso rivelatasi totalmente inutile. Tutto sommato, però, il comportamento del bangaa rimaneva sospetto: perchè brandire un'arma e minacciare il proprio interlocutore in un negozio di incontri? Qualcosa puzzava e Koon... Non aveva proprio intenzione di scoprire cos'era! Il lucertolone non lo aveva di certo approcciato in modo amichevole, era armato e in più lo aveva costretto ad umiliarsi in pubblico... Ora che se ne era andato almeno temporaneamente, il mago avrebbe colto l'occasione per tagliare la corda!
    Facile a dirsi, difficile a farsi. Mentre era assorto nei suoi pensieri, una serie di occhi inquisitori si era posata sulla sua figura, attirata dal trambusto che, ad insaputa dallo zilart, il bangaa aveva perpetuato recandosi verso i servizi. Un certo imbarazzo pervase l'intero corpo del mago blu. Cosa volevano quelle persone? Lui era una vittima, non un carnefice. A quanto pare, però, la folla non sembrava pensarla così.


    Cose da matti, anche in questi luoghi esistono certi cafoni!

    Una signora ad un tavolino vicino stava esprimendo tutto il suo disgusto, con un tono di voce forzatamente alto giusto probabilmente per farsi sentire dallo zilart, a cui recava a secondi alterni occhiate cariche di disprezzo.

    Povero bangaa. Ho sentito che sotto quelle scaglie hanno un cuore molto tenero, chissà quanto starà soffrendo...

    Qualcuno alle sue spalle si stava invece preoccupando per il povero bangaa... Povero bangaa?! Povero bangaa un piffero! Quello lo minacciava, brandiva un'ascia, gli faceva passare una serata d'inferno e poi il colpevole era lui?

    Ma la sicurezza dov'è? Un cliente aggredisce un altro e non intervengono?

    Di bene in meglio. Un mormorio diffuso sembrò accogliere l'ultima proposta di un'imprecisato cliente proveniente da chissà quale tavolino, suscitando l'attenzione di quelle guardie baffute. Un paio di queste, accampate all'uscita, iniziarono a parlottare guardando ripetutamente nella sua direzione, facendo presagire un loro imminente intervento.

    *Perfetto. Davvero, davvero perfetto. E ora che faccio?!*

    Andarsene era impossibile, le guardie all'ingresso non lo avrebbero lasciato andare così facilmente e gli avrebbero rivolto chissà quali accuse. Stare lì avrebbe avuto lo stesso risultato, visto che tutti ormai lo avevano marchiato come colpevole e non avrebbero continuato con le loro occupazioni prima che qualcuno lo avesse punito. Rimaneva un'unica cosa da fare, per quanto il ragazzo non volesse ammetterla. Fingersi dispiaciuto ed andare verso i bagni, gettandosi nuovamente nelle braccia del suo aguzzino. Il mormorio intorno a lui si faceva nel mentre sempre più sostenuto, indicandogli che se avesse voluto agire avrebbe dovuto farlo subito, senza perdere altro tempo. Sospirando, Koon raccolse le forze e si alzò dolorosamente dalla sedia, iniziando la sua marcia sacrificale in direzione della toilette.


    Oh, finalmente! Forse quel mascalzone ha almeno un po' di sale in zucca.

    La sua prima accusatrice, la matrona del tavolo vicino, non perse l'occasione per puntualizzare la situazione. Fortunatamente non si trovava in un locale zilart, altrimenti sarebbe stato difficile soffocare le onde mentali cariche di intenzioni omicide rivolte nei suoi confronti.

    Beh, dai... Almeno sembra sinceramente dispiaciuto! Dal volto si capisce quanto stia soffrendo...

    Oh beh, per lo meno la sua momentanea depressione era servita a qualcosa. In realtà era originata da considerazioni totalmente diverse, ma per fortuna quel branco di ficcanaso non poteva saperlo. Mentre cercava di schivare questa e quella occhiata moralizzatrice, finalmente Koon raggiunse la porta dei servizi, che ora non gli sembrava più minacciosa come prima, dato che varcata quella soglia si sarebbe finalmente potuto sottrarre ai commenti della folla.
    Il bagno degli uomini era abbastanza spazioso, con i lavandini a sinistra, i vespasiani in fondo e le cabine-bagno a destra. Calcolando che nella zona aperta non c'era anima viva, il lucertolone doveva sicuramente trovarsi in una di queste ultime. Prima di rivolgergli la parola il giovane cercò di calmarsi, per evitare di riportare nuovamente la conversazione sul precedente piano conflittuale.

    *Forza, è stato tutto un malinteso... Mi minacciava, aveva un'ascia in mano... Ma è stato tutto un malinteso... Non devo serbargli rancore...*

    Inspirando ed espirando più volte, il mago blu raggiunse uno stato d'animo con qualche vago e sparuto accenno di tranquillità. Il che per il momento poteva e doveva bastare. Con un ultimo moto di forza d'animo, Koon si decise finalmente a rivolgersi al bangaa.


    Ehm, tutto bene? Penso che là fuori abbiamo avuto un po' di malintesi. Oh, dimenticavo, sono io, K... Zoom! Il che mi ricorda che non mi hai ancora detto il tuo nome.
     
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  10. Bobo--asd
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    Parvero passare parecchi giorni, forse addirittura un mese, mentre Raizir si ritrovava a vomitare in bagno, ma alla fine sentì che era tutto finito e che stava pian piano recuperando la lucidità. Si ritrovò in ginocchio a riflettere su quel che era appena successo, su quel che aveva fatto e su quel che aveva visto e sentito. Parecchie cose non gli tornavano, erano strane e non riusciva a comprendere, neanche adesso che stava tornando sobrio. Perché non lo avevano ancora ucciso? Perché nessuno lo aveva fermato? Perché ancora non sentiva nessun rumore di battaglia o di lotta furiosa? Poi ricominciò a pensare al suo interlocutore... Perché... perché... perché ci stava provando con lui? Che avesse forse frainteso le sue intenzioni? Ma era il bangaa o era l'altro ad essersi sbagliato? E se avessero sbagliato tutti e due?

    *DIAMINE! CHE MAL DI TESTA*

    E si portò le mani alla testa continuando a non trovare risposte alle domande che aveva e alle quali voleva risposte, che consapevolmente non avrebbe mai saputo trovare da solo. Si mise dunque ad osservare il suo piccolo spazio nel quale si trovava studiando quello che aveva intorno... era una normalissima cabina, ma quel che attrasse l'attenzione di Raizir si trovava in alto. C'era una finestra aperta a “vasistas” piuttosto alta e larga, attraverso la quale sarebbe potuto passare abbastanza agilmente senza troppi problemi. Quella era la sua via di fuga da quell'inferno, inferno che avrebbe dimenticato volentieri, probabilmente con una nuova sbornia che avrebbe aiutato nell'intento. Occorreva solo arrivarci e non sarebbe stato troppo difficile se all'improvviso non sentì un rumore. Era abbastanza palese che cosa rappresentasse... qualcuno stava per entrare e se il bangaa era bravo in matematica sapeva fare 2+2. Stava arrivando qualcuno per ucciderlo, qualcuno che avrebbe posto fine alla sua vita per quel gioco infernale. Si stava proprio chiedendo se sarebbe arrivato il suo interlocutore oppure qualcun altro... forse qualcuno degli organizzatori con i baffetti, che lo avrebbe terminato per aver trasgredito le regole o per tentata fuga. Stava di fatto che non aveva più il tempo per arrivare in tempo alla finestra per poter fuggire senza essere visto, quindi occorreva cercare lo scontro, sperando di sopraffarlo senza fare troppo rumore e riuscire nel suo intento. In primis si avvicinò il più possibile alla parete della cabina, per poter udire meglio i rumori provenienti dall'esterno. Per sua fortuna le cabine arrivavano fino a terra, coprendogli piedi e gambe, ma rimanevano comunque aperte sulla parte alta. Raizir si trovava all'ultima cabina ed era determinato nel non farsi uccidere. Non era quello il giorno. Sentì i passi all'interno della stanza vuota che poi si fermarono, facendogli capire che oramai c'era qualcuno all'interno e che per forza stava cercando lui, non poteva essere altrimenti. Il bangaa era leggermente indeciso sulla prima mossa... tentare di sorprenderlo senza conoscere esattamente il suo avversario, il suo equipaggiamento e la sua posizione esatta, oppure aspettare una sua eventuale prima mossa e contrattaccare? Dubbi, problemi e fastidi continuavano ad vagare nella mente di Raizir e intanto si rese conto che la puzza di vomito cominciava a farsi sentire più pressante, dandogli ancora alla testa, facendogli rendere conto che non aveva tirato lo sciacquone, dando un altro segno inevitabile della sua presenza, anche se lo avevano visto tutti dirigersi in quel bagno. Il suo battito aumentò leggermente, assumendo anche delle strane palpitazione più ampie del normale. Quel momento sembrava durare un eternità quando una semplice voce sembrò spezzare tutto, distruggendo quella tesissima atmosfera che si era creata perlomeno per il bangaa. La voce era quello dell'uomo seduto di fronte a lui e pareva sincera e amichevole. Ma poteva fidarsi? O era solo un trucco per farlo uscire allo scoperto? Aveva menzionato dei malintesi... cosa voleva dire esattamente? Stare o non stare al gioco? Raizir si prese una ventina di secondi prima di decidere il da farsi, per poi rendersi conto di essere costretto a rispondere rivelando la sua posizione, per tentare di capire bene la situazione.


    R...Ragon.

    Utilizzò anche lui un nome falso, perché ben sapeva che la sua pozione di mercenario lo rendeva noto a molti e sarebbe stato facile rintracciarlo. Attese qualche attimo prima di enunciare la seconda frase, sempre mantenendosi attaccato alla parete della cabina per poter sentire ogni rumore esterno.

    Quali ssono le tue intenzioni?

    E strinse forte la sua piccola ascia da lancio nella sua mano destra, l'unica arma che si era portato dietro, per poter essere pronto a fronteggiare l'eventuale pericolo, pronto a lottare per la vita.
     
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9 replies since 14/1/2014, 14:58   284 views
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