Giorni di scuola

Crystal alle prese con la carriera da prof

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    Ah, la vita in accademia. Giornate intere passate a studiare su libri infiniti, esercitazioni, ricerche e tesi da scrivere. Per molti un incubo assoluto. Ma non per Crystal, per lei tutto ciò era l'estasi.
    Ormai il periodo in cui era stata di fatto costretta a stare lontana da Suzaku era terminato, il consiglio accademico ne aveva dibattuto a lungo e seppur ritenuta ancora un po' immatura alla fine si era deciso di metterla finalmente lì dove le spettava, non si poteva rinunciare per sempre a un genio come quello.
    Crystal aveva preso la notizia con un profondo senso d'orgoglio e soddisfazione. Era quello che voleva da sempre, e anche se non considerava questo il punto d'arrivo della sua vita era comunque un passaggio estremamente importante. Già soltanto vedere sulla porta del suo nuovo piccolo ufficio la dicitura "Professoressa Crystal Seharys" la rendeva euforica.
    In quanto una delle più eccellenti ricercatrici che mai avevano attraversato i corridoi di quell'istituto Crystal faceva parte della Classe 11 come indicato dalla sua mantellina bianca, tuttavia i suoi incarichi come istruttrice erano trasversali e comprendenti svariate classi differenti. Per il momento alla giovane gria erano state assegnate due classi di insegnamento, di cui una che proprio non piaceva a Crystal.
    Il primo insegnamento era infatti Canalizzazione del Mana, una materia in parte teorica e in parte pratica ma che era dedicata ai principianti della magia(di qualsiasi tipo o colore), quindi di fatto una classe che comprendeva per lo più ragazzini tra i 12 e i 14 anni. Crystal non l'aveva presa affatto bene, l'idea di dover insegnare qualcosa di così banale(dal suo punto di vista) proprio non la mandava giù. Attribuì quell'assegnamento al fatto che fosse al suo primo incarico e che quindi doveva far parte del suo percorso di crescita di carriera. O almeno questa spiegazione che si diede era l'unica cosa che le faceva tollerare l'idea di doversi occupare di una cosa per lei così sciocca.
    Per fortuna però aveva anche un secondo corso: Flussi di Mana in Artefatti Magici. Era una materia specialistica e per di più il suo campo di ricerca, con quel tipo di insegnamento andava a nozze, era proprio ciò che desiderava fare e non vedeva l'ora di entrare in aula per parlarne per ore e ore.
    Ma i corsi ancora non erano cominciati quindi per ora Crystal si dedicava al suo ruolo di ricercatrice a tempo pieno passando le giornate quasi sempre nel Crystarium, l'enorme biblioteca dell'accademia. Lì aveva ormai stretto amicizia con il custode, il signor Sharpton, o come lo chiamavano gli studenti il "vecchio pennellone". Sì perché era effettivamente entrambe le cose: una penna animata centenaria. Aveva lavorato lì tutta la vita e odiava con tutto sé stesso quei marmocchi irrispettosi che entravano in biblioteca facendo baccano, disonorando le pagine dei libri e facendo parkour tra gli scaffali! Ma non Crystal, lei era una ragazza modello, stava lì giornate intere solo per il piacere di studiare! Loro due sì che andavano d'accordo!
    Era una vita apparentemente monotona e un po' letargica, ma Crystal amava quel mondo, era il suo mondo. Non desiderava altro, a parte...
    Strinse il suo ciondolo.
    Un giorno sarebbe arrivato anche quel momento.
    Ma per ora c'era solo spazio per l'inarrestabile genio di Crystal e per essere ammirata e rispettata da tutti!
    Anche se sembrava che tra i corridoi già si fosse diffusa la voce de "la terribile prof drago".

    - Chi è stato? Chi mi ha chiamata così?! -
    Gridò dietro a un gruppetto di ragazzi che però si erano già dileguati.
    Dicevamo: ammirata e rispettata.
    Crystal sbatté le ali e prese a camminare impettita verso il proprio ufficio.
     
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    La vita accademica per Crystal era frenetica. La piccola Gria proprio non era in grado di starsene con le mani in mano e doveva sempre lavorare a qualche progetto, tra una classe e l'altra, per spingere oltre lo spettro delle sue conoscenze.
    Questo suo modo di fare però la stava lentamente portando all'esaurimento e alla fine fu costretta ad ammetterlo suo malgrado: aveva bisogno di un assisente!
    L'idea però di vedere un idiota qualsiasi agirarsi per il suo laboratorio e toccare i suoi artefatti di ricerca le faceva venire l'orticaria. Un giovane tirocinante? Impensabile! Un collega? Macché, tutti incapaci! Serviva qualcuno di diverso, qualcuno che rispondesse ai suoi ordini senza battere ciglio e che le stesse sempre dietro senza però mai disturbarla.
    ...
    Le apparecchiature nel laboratorio di sviluppo Magitek di Crystal diventavano sempre di più, ma in fondo nessuno se ne preoccupava. Quella ragazzina era sempre stata un tipo strano e dedito al suo lavoro, e se poi qualche invenzione avesse fatto la fortuna dell'accademia...
    Nacque però grandissima preoccupazione quando un bel giorno Crystal chiese in facoltà che le si potesse procurare del plutonio 239. "Ecco, alla fine è diventata un supercattivo come temevamo tutti" fu il pensiero comune tra i membri del consiglio, ma in realtà Crystal non aveva deciso di diventare un genio criminale armato di bombe atomiche, ma si stava soltanto costruendo un automaton personale.
    La giovane scolara aveva ampie e approfondite conoscenze nel campo del Magitek, ma mai prima di allora aveva pensato di costruirsi lei stessa un'unità robotica personale. Ora però i lavori si erano avviati e nulla l'avrebbe più fermata; avrebbe avuto un automaton e le avrebbe fatto da assistente!
    ...
    Tarda sera, Crystal era ancora alla sua scrivania a scrivere al computer un nuovo programma per "Bunny"(nome temporaneo che aveva dato inizialmente all'automaton mentre era ancora in fase di costruzione per via di due lunghe protuberanze che uscivano dalla testa aperta mentre lavorava ai suoi circuiti). Questa era la parte del lavoro che le piaceva meno, ma purtroppo era necessario per diminuire l'esigenza di energie mentali da impiegare per controllare il burattino. Insomma, alcune cose doveva farle da solo senza che gli fosse chiesto, e per questo andava accuratamente programmato. Giorno dopo giorno, un nuovo programma per volta.
    L'automaton comunque era ultimato in teoria e tutto il resto era solo rifinitura per arricchirlo di funzionalità utili. Già da alcuni giorni aveva infatti cominciato ad aiutarla in laboratorio occupandosi delle mansioni più basse come trasportare le sue cose, pulire gli strumenti, rimettere in ordine...
    Ora stava lì fermo e silenzioso in piedi accanto alla sedia di Crystal reggendo un vassoio con del tè. Al momento non era richiesto nulla da lui dato che la giornata era praticamente finita. Crystal prese un sorso dalla sua tazza bollente senza neanche guardarlo e poi subito riallungò la mano per rimettere a posto il bicchiere, solo che non accorgendosene lo poggiò sulla testa del povero automaton.
    E intanto sullo schermo che fungeva da volto del robot...

    QUOTE
    C:\Automata\Users\Crystal>_

    avvio programma reazione.sys...

    [sospira internamente]

    reazione eseguita
    cancellazione log dei comandi_

    E lo schermo tornò nero e privo di messaggi.
     
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    Blitzball. Una parola straniera di un mondo molto diverso ma che in breve tempo dopo la Fusione aveva preso piede in ogni angolo dell'universo.
    Crystal non era esattamente una sportiva, anzi, tutta la sua vita era dedicata ai libri e allo studio. Un piccolo cambiamento era avvenuto quando aveva iniziato a dedicarsi all'arte dei ninjutsu, dovendo quindi allenare assiduamente anche il proprio corpo per acquisire agilità e padronanza atletica. E allora perché non gettarsi anche nel blitzball?
    Le ragioni di Crystal erano veniali e un po' infantili, come sempre la sua motivazione nasceva da un profondo desiderio di ammirazione da parte degli altri e uno sport molto popolare non poteva che essere un ennesimo palcoscenico per soddisfare le proprie insicurezze.
    Aveva studiato a fondo ogni aspetto tattico, era convinta di essere perfettamente in grado di diventare una campionessa in breve tempo. Sarebbe stata l'idolo di tutta Rubrum!
    Cominciò allenandosi da sola con un pallone in piscina. Era uno sport molto faticoso e lo capì in fretta, decise quindi vista la sua struttura fisica di puntare più sull'agilità e il giropalla che sulla potenza fisica, aspetto che non sarebbe mai stata in grado di portare ad un livello comparabile a quello degli altri giocatori.
    Con Bunny a bordo vasca a proiettare simulazioni del campo Crystal mosse così i primi passi subacquei in questa nuova affascinante avventura...e tutto andava bene fino al giorno in cui il suo automaton mostrò una simulazione in cui erano presenti anche pubblico e giocatori. Improvvisamente la parte più difficile del blitzball non era più lo sforzo fisico o la tecnica, ma tutte quelle persone intorno che la guardavano in costume da bagno!
    Per i primi tempi Crystal cominciò a tentare di allenarsi tenendo le ali chiuse davanti al busto e la coda attorcigliata sotto la vita, ma ovviamente questo rendeva praticamente impossibile compiere movimenti fluidi e naturali.
    Alla fine Crystal, entrata in squadra riuscì a scendere in campo con la divisa rossa a bordi bianchi dei Phoenixes, con lo stemma dell'uccello fiammeggiante sul petto. Optò per calzoncini aderenti, così come il top privo di scollatura.
    Al primo allenamento un nuovo evento le fece riconsiderare profondamente la sua scelta: il blitzball era uno sport di contatto! E al primo abbraccio di un compagno maschio la giovane gria si irrigidì ancora una volta mostrando grande difficoltà nel gestire il rapporto con l'altro sesso. Per superare anche questo ostacolo giurò a sé stessa che sarebbe diventata una grande dribblatrice in modo da evitare il più possibile i contatti con gli avversari.
    La prima partita ufficiale giocata ad Ivalice fu per lei un momento drammatico e traumatico. Per quanto avesse tentato di prepararsi psicologicamente, scendere in acqua in costume davanti a centinaia di spettatori fu per lei fin troppo imbarazzante.
    Ma la nostra Crystal superò anche questa! L'adrenalina, la forte competitività e la voglia di dimostrare di essere più brava degli avversari, tutte queste cose insieme portarono la prof a dimenticare i suoi crucci mentali lasciandosi trascinare e trasportare nel divertimento dello sport e la condivisione di momenti di gioia con i compagni di squadra, molti dei quali vedevano in lei un punto di riferimento essendo un'insegnante di Suzaku, ragion per cui le diedero anche la fascia di capitano. Di questo Crystal si sentì molto orgogliosa.
    I mesi passarono e i Phoenixes conducendo un ottimo campionato riuscirono anche a qualificarsi nella prestigiosa Fusion Cup. Il papà di Crystal era fiero di lei, e a detta della gria anche il suo fantomatico fidanzato; anche a scuola le cose erano migliorate, ora non era più soltanto una temutissima insegnante molto severa, ma anche l'ammirato capitano della squadra locale. Era sul tetto del mondo.
    Almeno fin quando non vide in tribuna lo striscione "prof drago falli scappare e vinci per noi".

    - Io li boccio tutti... -
     
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    Posò la tazza sulla scrivania e aggiustò la cravatta lasciandosi poi andare sulla sedia rilassandosi mentre guardava un video su mognet. C'era tanto lavoro da fare ancora in laboratorio, ma non aveva voglia di occuparsene, si stava così bene...almeno fin quando qualcuno entrò come una furia nella stanza.
    - Ti avevo chiesto di ripulire gli strumenti, perché non hai ancora fatto niente?! -
    Crystal era arrabbiata, ma Bunny dietro la scrivania aveva un atteggiamento di totale nonchalance. Prese con molta calma un altro sorso d'olio da motore dalla sua tazza, prendendosi tutto il tempo per gustarselo, cosa che irritò ulteriormente la giovane gria. Rimise a posto la tazza e solo dopo un verso d'apprezzamento su quanto appena bevuto si degnò di risponderle.
    - Sì mi hai detto di farlo, ma non quando farlo. -
    Un sopracciglio di Crystal cominciò a muoversi nervosamente cercando di controllare la rabbia.
    - Tu sapevi benissimo che intendevo adesso! -
    Bunny si alzò alzando un indice.
    - Ah ecco, devo farlo ora, non dovevo farlo prima. Quindi non c'è alcun problema. -
    Crystal fu fortemente tentata di sparargli il suo miniflare in faccia, ma poi avrebbe anche dovuto ripararlo quindi rinunciò all'idea. Una cosa era certa, Bunny come assistente faceva pena.
    - Si può sapere perché non mi dai mai ascolto? -
    Chiese esasperata, forse un po' troppo piagnucolona. Bunny si finse sconvolto.
    - Sei tu il genio che mi ha creato. Dimmelo tu. -
    Crystal spazientita girò i tacchi per andarsene infuriata, poi però si fermò tornando indietro come per ribattere ancora, ma si fermò a metà e dopo un altro giro su sé stessa uscì dal laboratorio.
    Bunny tornò sulla sua sedia a bere il suo olio e non fare assolutamente nulla.
    Quel piccolo siparietto era in realtà qualcosa che ormai era diventato quotidianità tra Crystal e il suo automaton. Tutto era iniziato quando la gria ebbe l'infelice idea di dotare il robot di un cervello pensante. Secondo Crystal questo avrebbe notevolmente aumentato la sua efficienza, rendendosi indipendente lei sarebbe stata più libera di lavorare mantenendo comunque un assistente di affidabilità assoluta.
    Quello che non aveva tenuto in considerazione era che la neurorobotica era una scienza estremamente complessa e dai risultati imprevedibili. Un lieve spostamento di una sinapsi ed ecco che la personalità risultante poteva essere completamente diversa. In breve non era l'ingegnere a scegliere come si sarebbe comportato l'automa, tutto ciò che poteva fare era dargli l'input iniziale.
    E così ora Crystal si trovava con un Bunny indisponente, svogliato e (per lei)irritante - di fatto indossare una cravatta era stata l'unica direttiva che aveva accolto. Lavorava poco, voleva diventare un bardo a tutti i costi nonostante la padrona non volesse, ma soprattutto(e questa era la cosa che più di tutte offendeva Crystal)Bunny piaceva di più agli studenti!

    Crystal era in laboratorio a darsi da fare lavorando come sempre alacremente ad un progetto. Bunny dal canto suo si rendeva utilissimo stando a guardare sorseggiando come sempre dalla sua tazza e limitandosi di tanto in tanto a passare qualche strumento.

    - Come mai non indossi gli occhiali da vista fuori dal laboratorio? -
    Chiese l'automaton facendo fermare Crystal per un attimo.
    - Perché non ne ho bisogno. -
    Rispose secca lei rimettendosi a lavorare.
    - Se non ne hai bisogno, perché li indossi qui dentro? -
    Crystal si fermò di nuovo cominciando ad agitarsi nella risposta.
    - Sono occhiali per proteggere gli occhi e per aumentare la precisione nel mio lavoro! Stai zitto! -
    Bunny si limitò ad annuire, ma era dentro di sé divertito da quanto facilmente Crystal scattasse sulla difensiva quando stuzzicata anche solo un po'.
    - Sai, l'altro giorno posso giurare di aver sentito un ragazzo che diceva 'la professoressa Seharys è molto più carina quando indossa gli occhiali'. -
    Crystal si fermò di nuovo di colpo ma senza alzare lo sguardo.
    - D-davvero..? -
    Bunny sornione si sporse sul bancone verso di lei annuendo ma senza parlare. Passarono alcuni secondi e poi Crystal tornò a lavorare a testa bassa, anche per nascondere il rossore del suo viso.

    Il giorno dopo uno studente perplesso in classe si chiese da quando la sua insegnante portasse gli occhiali.
    Bunny se fosse stato dotato di una bocca avrebbe sorriso, ma si limitò a dare una pacca sulla spalla del giovane.

    - Da quando è più sicura di sé. -
    Il ragazzo non prestò troppa attenzione e si dimenticò in fretta dell'argomento. L'automaton invece con insolita gentilezza andò a portare una tazza di caffè a Crystal che lo ringraziò stupita. Peccato fosse del tutto privo di zucchero, in fondo era troppo divertente prendere alla sprovvista quella ragazzina.
     
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    L'apocalisse era stata devastante per molti motivi. Per le vite perdute certamente, ma anche per i danni materiali che ogni città aveva subito a causa delle scosse di terremoto e piogge meteoriche e, sicuramente anche per l'emotività di molti. Crystal non ne era stata meno affetta. Dalla torre di controllo non aveva potuto fare altro che assistere inerme alla caduta di decine di squadre d'avanguardia, morti l'uno dopo l'altro sotto gli inesorabili colpi di Shinryu. In seguito si era gettata lei stessa nella battaglia cercando di cancellare quella sofferenza che l'aveva pervasa, sperando che la vendetta avrebbe placato il suo cuore ferito. Ma così non era stato. Dopo la guerra, la calma era tornata a regnare e dentro di lei c'era spazio solo per la tristezza.
    Ad Orience, come in ogni luogo vi era un gran bisogno di riparazioni e, Crystal con la sua profonda conoscenza della magia e della tecnologia fu messa a capo di una delegazione che dirigeva i lavori su tutta Rubrum. Questo lavoro le dava un gran da fare e, tutto sommato la ricostruzione stava procedendo piuttosto bene, ma a Crystal non bastava per poter sentirsi in pace. Aveva bisogno anche di altro per tenere occupata la mente, per non affondare nel dolore e per poter ricominciare ad essere sé stessa.
    Per tutte queste ragioni Crystal si mise a lavorare alla costruzione di un nuovo automa. Era un lavoro estremamente complesso come lei già aveva avuto modo di comprovare quando costruì Bunny, ma la gria ci mise talmente tanto impegno e dedizione che finì per ultimare il tutto in tempi straordinariamente brevi. E cosa ancora più straordinaria Bunny la aiutò nel suo progetto.
    Il risultato fu un automaton più piccolo di Bunny, dall'aspetto simile ma con un corpo palesemente più femminile come denotavano le placche pettorali e la forma dei fianchi. Anche in questo caso finirono per spuntare delle orecchie artificiali temporanee ma che Crystal pensò bene di lasciare così come aveva fatto per Bunny. Con quell'automaton che somigliava un po' ad una volpe Crystal non poté fare a meno che darle anche una morbida coda e soddisfatta si disse che era estremamente graziosa e, ne era certa, sarebbe stata un'assistente molto migliore dello svogliato Bunny.

    Alcuni giorni dopo...

    Crystal stava cercando Kitsune, la sua nuova automa, Bunny il quale come sempre non stava lavorando per niente, le indicò che si trovava nello studio della padrona.
    La gria si sentiva abbastanza allegra, aveva appena finito di lavorare su una cosa e non vedeva l'ora di mostrarla a Kitsune, o Fox come era stata anche soprannominata. Arrivò nel suo ufficio camminando a passi rapidi e con il petto in fuori, pronta a vantarsi con orgoglio di quanto appena fatto.

    - Kitsune, ho appena finito di scrivere un bellissimo programma per te che ti permetterà di impiegare le arti alchem... -
    Si bloccò praticamente appena entrata nello studio.
    Fox se ne stava stravaccata sulla sedia di Crystal con i piedi poggiati sulla scrivania a leggere una rivista e non prestò la minima attenzione alla gria.
    Un breve flash di Libra passò negli occhi della scolara.
    "Berserker".
    *Perché?*
    Crystal non ebbe neanche la forza di arrabbiarsi, le caddero le braccia. Lei voleva che Bunny fosse il suo eroe capace di usare la magia rossa e Fox l'elemento di supporto che sarebbe stata sempre al suo fianco ad aiutarla con l'alchimia. E invece no. Bunny voleva fare il cantante e Fox ora, a quanto pare, si era auto-installata un programma preso chissà dove e che non aveva assolutamente niente a che vedere con qualsiasi cosa Crystal desiderasse da qualunque dei suoi automaton.
    *Scommetto che ha scritto il programma insieme a Bunny...quel traditore!*
    Si schiarì la gola cercando di mantenere la calma, la situazione poteva ancora essere salvata.

    - B-bene, vedo che hai già un nuovo programma. Ma vedrai, questo è perfetto, l'ho scritto io infondo, quindi non preoccuparti, adesso ti cambio subito il sistema operativo e potrai.. -
    Crystal fu interrotta da una scrollata di spalle e una rumorosa sfogliata di una pagina della rivista.
    - Non lo voglio. -
    Disse annoiata Kitsune. Stavolta Crystal aveva qualche difficoltà a restare calma.
    - Tu invece lo prenderai e te lo farai piacere signorina! -
    Kitsune si voltò finalmente per degnarsi di guardare la padrona.
    - Mettitelo tu. Là dove piace a te. -
    Il viso di Crystal assunse un'espressione sconvolta, chi le aveva insegnato quel linguaggio?
    - Ma come ti permetti, guarda che sono io la tua padrona. La tua creatrice! E non essere volgare, non lo apprezzo! -
    Kitsune sfogliò un'altra pagina indifferente.
    - Ah no? Allora perché hai fatto me e Bunny "anatomicamente corretti"? -
    Crystal fece un passo indietro alzando un braccio come per difendersi, il suo viso ora di un colore rosso acceso.
    - Q-questa si chiama professionalità! Io sono una persona mo-molto precisa! -
    Fox guardò nuovamente Crystal. I sensori che facevano da occhi nel suo volto si assottigliarono diventando quasi due linee.
    - Ma certo. E dì un po', sempre per "professionalità" hai anche personalmente testato le funzionalità di Bunny? -
    Crystal si mise una mano in faccia, tremando leggermente per l'irritazione. Ma prima che potesse inveire contro l'automa quest ultima si alzò in piedi e andò verso di lei. Camminava in modo esageratamente provocante, sculettando come se fosse su una passerella, non poté fare a meno di notare Crystal.
    - Grazie per il pensiero "creatrice", ma il sistema operativo come puoi constatare ce l'ho già. Ora se non ti spiace io e Bunny abbiamo da fare, andiamo a divertirci un po'. Ci vediamo domani. -
    La sorpassò andandosene via lasciando Crystal più che interdetta.
    - C-certo che mi dispiace! C'è ancora del lavoro da fare! -
    *E poi perché andate a divertirvi senza invitarmi??*

    Ma era troppo tardi. Crystal era stata mollata lì ormai.
    Più tardi trovò in laboratorio un bigliettino:
    "Io e Kitsune siamo qui in giro. Tranquilla ho già messo tutto in ordine. C'è anche del tè nel bollitore vicino la finestra. Non ti stancare troppo.
    -Bunny."
    Mai Crystal avrebbe pensato che in fondo in fondo Bunny si sarebbe rivelato quello affidabile.
    *Stupidi automa! Che non combinano niente tutto il giorno e poi vanno a...fare cose...che io non ho fatto mai ancora!*
    La frustrazione era a livelli massimi.
     
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    A Suzaku lo spirito natalizio si era già acceso da un po'. Decorazioni e lucine colorate erano ormai sparse ovunque in giro per l'istituto e si respirava una gradevole atmosfera di tranquillità e gioia, qualcosa che sicuramente faceva bene al morale di tutti dopo gli eventi drammatici dell'anno che si stava per concludere.
    Anche Crystal aveva addobbato il suo studio con un piccolo alberello pieno di luci intermittenti, cosa che sembrava aver entusiasmato anche i suoi assistenti Bunny e Kitsune, affascinati dalla novità e dal modo con cui le persone intorno a loro stavano prendendo la festività imminente.
    Finita la giornata di lavoro, Crystal si recò nel proprio studio per lasciare le sue cose, pronta a rilassarsi il resto della giornata. Lì trovò i suoi automi che a quanto pare la stavano aspettando con una certa trepidazione.
    *Cos'altro sarà successo stavolta?*
    Crystal non era mai stata una persona pessimista, ma quando si trattava di quei due si era ormai rassegnata all'idea che i guai erano sempre in vista.

    - Crystal! Abbiamo fatto una scoperta sensazionale! -
    La gria era un po' scettica delle parole pronunciate da Kitsune, ma continuò ad ascoltare sperando che magari avessero effettivamente lavorato per una buona volta. Mera illusione.
    - Sei pronta? -
    Kitsune e Bunny si scambiarono uno sguardo e annuirono.
    - La vera identità di Babbo Natale è Ramuh! -
    Crystal si limitò a fissare Kitsune alzando un sopracciglio perplessa. Bunny elaborò sulla loro geniale intuizione.
    - Sin dal primo momento in cui abbiamo sentito parlare di questo Babbo Natale abbiamo capito che qualcosa non quadrava. Doveva esserci sicuramente dell'altro sotto, così abbiamo fatto un po' di ricerche. -
    Crystal continuava a non dire nulla, giusto per vedere dove volessero arrivare, preparandosi mentalmente a smontare il loro caso.
    - Pensaci: un vecchio benevolo con una lunga barba e dai poteri straordinari, che vive in un luogo sconosciuto ed isolato dal resto del mondo. Non può essere che Ramuh! -
    Kitsune scattò verso la parete dove aveva appoggiato la sua ascia e la impugnò volgendosi verso la padrona.
    - Andiamo a prenderci quei regali! -
    Anche Bunny non fu da meno e sfoderò la sua spada.
    - Guidaci Crystal, siamo pronti alla battaglia! -
    Crystal portò le mani alla testa e le allontanò poi lentamente cercando di essere paziente. I suoi automi erano molto intelligenti, ma erano nati da poco e non sapevano molto del mondo.
    - Fermi, fermi! Innanzitutto Ramuh non è Babbo Natale e comunque non c'è bisogno di uccidere nessuno per avere i suoi regali. -
    Bunny e Kitsune si scambiarono un altro sguardo, poi il primo ribatté.
    - Ma noi sappiamo che il saggio Ramuh concede udienza solo a chi è in grado di mostrarsi un valido guerriero. -
    Crystal agitò le braccia cercando di contenersi.
    - Ramuh non è Babbo Natale! Ora mettete giù quelle armi, noi non ci muoviamo da qui. -
    Bunny ubbidì rinfoderando la spada e anche Kitsune abbassò la sua ascia, ma sembravano incerti.
    - Ma se noi non andiamo da Babbo Natale, lui come farà a sapere cosa vogliamo? -
    Alla domanda di Kitsune si aggiunse poi un commento ancora più malinconico di Bunny.
    - E se nella sua onnipotente saggezza non si informasse su degli automi come noi? -
    Crystal trattenne un ghigno, ma fu paziente e spiegò loro come fare.
    - E' facile: basta scrivere una lettera indirizzata a Babbo Natale. -
    Bunny e Kitsune si guardarono di nuovo a vicenda con scetticismo. Il primo portò una mano al mento pensieroso.
    - Questa cosa è molto sospetta. -
    Poi Kitsune ebbe l'illuminazione.
    - Ma certo! Pensaci Bunny, sono i moguri ad occuparsi della posta! -
    Crystal non era sicura di che strano percorso mentale stesse facendo Fox, ma a quanto pare Bunny capì al volo.
    - Ma sì, come ho fatto a non pensarci! Le leggende narrano di un mistico re dei moguri con poteri straordinari che venerava Ramuh, ora tutto torna! -
    Kitsune risollevò l'ascia da guerra.
    - Dobbiamo andare a cercare il re dei moguri! -
    Crystal si massaggiò gli occhi, era molto stanca.
    - No ragazzi, non bisogna cercare nessuno...e dimenticatevi di Ramuh, non c'entra niente. Tutto ciò che bisogna fare è lasciare la lettera sotto il nostro alberello e questa arriverà magicamente fino a Babbo Natale. -
    I due robot apparvero molto sorpresi, ma speranzosi. Kitsune riabbassò l'ascia e si rivolse a Crystal un po' esitante.
    - Tu conosci tante magie...sai usare anche questa? -
    Crystal stavolta non trattenne il sorriso.
    - Non preoccupatevi, Babbo Natale con i suoi poteri può trasportare a sé tutte le lettere rivolte a lui. Ma come ogni magia c'è un prezzo: la magia di Babbo Natale funziona soltanto se chi ha scritto la lettera si comporta bene! -
    Kitsune guardò la sua ascia e la lanciò fuori dalla porta, da dove venne un urlo di spavento.
    - Bunny! -
    Quest ultimo annuì alla compagna.
    - Lo so Fox, dobbiamo rimettere a posto tutte quelle cose che abbiamo preso dall'archivio. Presto! -
    I due uscirono dallo studio di corsa per andare a rimediare alla propria pigrizia. Crystal li osservò, mani sui fianchi.
    *Forse così riesco a farli stare buoni per una decina di giorni*
    Si grattò la testa.
    *Mm, devo cominciare a pensare cosa regalargli*
    Senza una madre, con un padre adottivo quasi sempre lontano, un fidanzato che non era certo se esistesse affatto...era bello avere una famiglia, per quanto strana potesse essere.
     
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    Ryūjin, il leggendario dio dei draghi.
    Crystal non ci aveva pensato due volte non appena aveva letto di poterne comprare uno. Lei stessa utilizzava un po' di alchimia, ma non vi si era mai specializzata quindi una tale incredibile creatura mistica era al di fuori dalla sua portata, ragion per cui si era affidata ad una commissione a distanza da un misterioso collega.
    Bunny e Kitsune erano eccitatissimi come al solito e alle spalle della loro padrona non facevano che parlottare tra loro, entusiasmati dall'epicità del momento che stavano vivendo ora. Erano al cospetto del leggendario dio dei draghi.

    Così maestoso.
    Disse Bunny orgoglioso che al loro team si fosse aggiunta una simile creatura.
    Riesco a percepire la sua potente aura mistica!
    Gli fece eco Kitsune, anche lei ammirata.
    Chi invece fissava quella creatura con occhio più critico e decisamente meno convinto era proprio Crystal.
    La giovane professoressa si era fatta numerosi film riguardo questo Ryūjin, lo aveva immaginato più e più volte, quanto sarebbe stato imponente, forse addirittura capace d'incutere timore alla sua sola presenza. Ma mai si sarebbe aspettata di trovarsi di fronte invece un grosso rospo giallo.

    Ma non è...
    Si fermò a metà frase riguardando il foglio con le caratteristiche che aveva usato per la prenotazione.
    Ma non è un drago...
    Concluse con voce palesemente delusa.
    Bunny e Kitsune si scambiarono uno sguardo, poi il primo avanzò e posò una mano sulla spalla della padrona.

    Tutto bene Crystal? Certo che non è un drago.
    Si fece avanti anche Kitsune per rimettere in chiaro le cose.
    Lui è il DIO dei draghi!
    Crystal posò di nuovo lo sguardo sulla creatura che di fronte a loro li fissava di rimando, immobile, imperturbabile.
    E' una rana coi baffi.
    Sentenziò la scolara.
    Ryūjin gracidò facendo vibrare i lunghi baffi draconici.
    Crystal sospirò rassegnata.

    L'ho pagato anche una cifra.
    I suoi automi non condividevano minimamente il suo disappunto e cercavano di fare di tutto per farle cambiare idea.
    Tsk tsk, Crystal. Ma non lo sai che non si giudica un drago dalle apparenze?
    Disse Bunny citando un proverbio probabilmente inventato da lui stesso sul momento.
    Perché non metti alla prova i suoi poteri? Scommetto che sono straordinari!
    La incitò Kitsune.
    Crystal era una ragazza razionale, o almeno tentava sempre di esserlo(le emozioni aveva qualche difficoltà a gestirle), così decise di dare ascolto ai suoi androidi ed estrasse una pergamena di ninjutsu.

    D'accordo. Ma sarà meglio che f--
    Non finì la frase che il lesto Ryūjin rapidissimo lanciò una stoccata con la sua lunghissima lingua impossessandosi della pergamena di Crystal ed ingogliandola in un batter d'occhio! Unico contrattempo la mano di Crystal era ora ricoperta di viscida saliva ranocchiesca.
    Ma che...ew...
    E mentre la povera Crystal con un po' di disgusto cercava di scrollarsi la bava dalla mano, i suoi automi erano assolutamente esaltati.
    Fantastico! Hai visto che velocità? Come un fulmine!
    Disse Bunny elogiando il presunto dio dei draghi.
    Una cosa così semplice, eppure elegante e che trasuda misticismo!
    Aggiunse Kitsune.
    L'unica cosa che trasuda è una bava disgustosa.
    Disse Crystal infastidita.
    Ok, riproviamo. Ma Ryūjin, sarà meglio che stavolta lo fai al mio comando.
    Prese un'altra pergamena ninjutsu e si apprestò a lanciarla per vedere se il rospo fosse in grado di afferrarla al suo comando, ma non fece in tempo ad eseguire l'idea che l'anfibio aveva già fatto partire la lingua per arraffare anche quel rotolo. Inutile dirlo, Crystal si beccò un'altra poco gradita leccata di mano.
    Ngrr. Senti un po' dio dei rospi dei miei stivali...!
    Avanzò minacciosa verso Ryūjin agitando un dito accusatorio.
    Dio dei draghi, Crystal.
    La corresse prontamente Bunny.
    Che c'entrano gli stivali...?
    Chiese confusa Kitsune.
    Ma Ryūjin rimase ancora impassibile. Nulla poteva smuoverlo, ad eccezione per...

    Prova a dargli un'altra pergamena.
    Suggerì Bunny con una voce che pareva fin troppo divertita.
    Stavolta stringila forte al petto e vediamo che succede!
    Anche Kitsune ormai non nascondeva la propria ilarità nel parlare.
    Ehi, voi due mi state forse prendendo in giro?
    Crystal si voltò indispettita verso i suoi automi mentre questi le lanciavano una pila di pergamene da afferrare al volo.
    Cos...oh no...
    Slurp.
     
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6 replies since 10/7/2016, 21:54   313 views
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