The cry of her soul

Role/Monologhi di trama - Clair Walker

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    Una breve introduzione per chiunque legga: qui raccoglierò, da adesso in poi, le role di trama legate a Clair Walker, nel suo viaggio per raggiungere la pace interiore con le sue anime - che ci riesca oppure no.
    Nel caso chiunque voglia unirsi per intrecciare le trame, fare una comparsata o qualsiasi altra cosa, scrivetemi pure - altrimenti, buona lettura!


    Secondo sole di Ixion in Luna di Morte, Quarta Era del Ghiaccio (25/05/28 p.F.) - Ore 22:00 - Guadosalam - Piana dei Lampi

    Un fulmine si abbattè al di fuori del tendone, facendo perdere un battito alla Mithra, le cui orecchie si appiattirono sulla testa, in un chiaro segno di disagio. Nonostante fossero ormai passati i giorni in cui un tuono la costringeva a raggomitolarsi su sè stessa per la paura, essere costantemente esposta ai forti rumori delle scariche elettriche non era certamente la sua idea per passare una buona giornata.
    Tale sentimento non sembrava invece essere condiviso dal gruppo di Guado poco più in là che, in modo inusuale per la loro razza, festeggiava con alte grida attorno ad un falò, servendo alcolici mentre i cuochi del villaggio si prodigavano a cucinare grandi tranci di carne.

    L'inaspettata scena era in realtà facilmente comprensibile, dato il giusto contesto: si trovavano in un piccolo villaggio all'interno della Piana dei Lampi, alcuni chilometri al di fuori di Guadosalam. Tale villaggio, di recente costruzione, era popolato principalmente da Guado che, forse per l'influenza della Fusione, forse per semplice spirito ribelle, avevano deciso di abbandonare la propria città natale e i precetti dello Yevonesimo per vivere una vita più a contatto con la natura.
    Negli ultimi tempi erano stati tormentati da un grosso gruppo di Raptor, che aveva distrutto i loro magazzini e rubato gran parte del cibo. Quelle stesse creature ora sfrigolavano sul fuoco, gentile omaggio della Mithra che passando di lì aveva deciso di aiutarli liberandoli delle lucertole troppo cresciute.

    Clair osservò per qualche secondo la scena, poi abbassò lo sguardo sulle sue ferite, ancora in via di guarigione - seppur rapida. Un tempo le sarebbero bastati pochi secondi per connettersi alla natura e liberarsi completamente di quei dolori. Tuttavia, dopo la sua battaglia nel Void, molte cose erano cambiate. Per la prima volta da molto tempo, la Trasformista ripensò a quei giorni.

    Dopo aver scoperto il passaggio di un anno intero dall'inizio dell'ultima battaglia e lo shock di aver perso la più leggendaria partita di blitzball del secolo, un'altra paura si era fatta strada in lei: come stava la sua famiglia?
    Dopo essersi dunque riposata brevemente, era ritornata a Luka, dove aveva trovato i genitori, invecchiati ma fortunatamente illesi. C'era stata una grande festa al suo ritorno: tutti erano sicuri che il gruppo di eroi si fosse sacrificato per fermare Exdeath, e che nessuno di essi sarebbe mai tornato.
    Clair si era goduta le attenzioni e aveva deciso di restare per qualche tempo insieme alla sua famiglia.
    Tuttavia, ben presto la voglia di viaggiare aveva preso il sopravvento, e la Mithra aveva nuovamente salutato i suoi genitori adottivi.
    Era in quel momento che, tentando di accedere ai propri poteri, aveva per la prima volta notato qualcosa di diverso. Sembrava che alcune delle sue capacità non funzionassero correttamente. Nonostante avesse utilizzato da sempre i cristalli, era sicura che ci fosse stato un momento in cui la sua connessione alla natura le avesse permesso di curarsi attivamente, mentre adesso doveva attendere che fossero le sue capacità di guarigione rapida ad aiutarla - o doveva sfruttare tecniche provenienti dai suoi mostri.
    Un cambiamento dovuto al Void, forse?

    I suoi pensieri furono interrotti da dei lenti passi, portati nella sua direzione, e poi da uno sbuffo di dolore quando un'anziana Guado si sedette sul terreno, davanti a lei. La Mithra sorrise gentilmente, riconoscendo il capo del villaggio, che pochi giorni prima le aveva chiesto aiuto a nome di tutti i suoi compaesani, per liberarli della minaccia dei rettili.

    Vi siamo riconoscenti, Ammazzaraptor.
    Disse, sfruttando il nome -orribile- con cui l'avevano soprannominata i giovani del villaggio al suo ritorno con le carcasse delle creature al seguito.
    Come già sapete, quelle bestie stavano creando molti problemi, ci avrebbero costretti a chiedere aiuto alla città - aiuto che, probabilmente, non sarebbe arrivato.
    La Mithra annuì. Era chiaro che non corresse buon sangue tra il villaggio e Guadosalam, soprattutto da parte di quest'ultima.
    Nessun prrroblema. Tuttavia, potrrrebberrro arrivare altrre creaturre. Vi consiglio caldamente di addestrrarvi - non ci sarrranno semprre degli esterrni ad aiutarrvi.
    La vecchia annuì solennemente, senza rispondere. Per qualche secondo, gli unici rumori che interruppero il silenzio furono il rombo dei tuoni ed il triplo "Per Ammazzaraptor, hip hip - urrà!" proveniente dalla mensa.

    Poi, l'anziana parlò di nuovo.

    C'è saggezza nelle vostre parole. Ma percepisco anche del tormento, dentro di voi.
    La ragazza fece una risata acuta. Troppo acuta.
    Oh, sì, non sono trrroppo brrava con i tuoni. Sa, con le orrecchie sensibili...
    La sua interlocutrice scosse la testa.
    Non intendo quello, tesoro. Percepisco qualcosa più nel profondo. Nella vostra... anima.
    Il sangue di Clair si gelò nelle vene. Era stata attenta - molto attenta - a non rivelare in nessun modo le sue capacità mostruose. A volte sognava ancora quella volta in cui, a Balfonheim, era stata attaccata dai locali per nulla più del suo essere una Trasformista. E quella non era stata neanche la prima volta. Non voleva passarci di nuovo.
    Doveva star mostrando quel sentimento sul suo volto, perchè la vecchia sorrise.

    Non preoccupatevi. Qui siete al sicuro. Sono l'unica a saperlo... e so cosa significa.
    Scostò leggermente la veste - ed eccola lì, in bella vista: una piccola sfera, azzurrina ed opaca, incastonata nel petto dell'anziana. Clair strabuzzò gli occhi. Non aveva mai incontrato una... qualcuno come lei.
    Io...
    Cominciò a dire, per poi bloccarsi. Per qualche secondo, la Mithra aprì e chiuse la bocca, non sapendo cosa dire. Cosa fare. Si era sempre chiesta quanti ci fossero come lei. Se stessero passando quello che stava passando lei. Se avessero trovato un modo per dormire serenamente, la notte.
    Sospirò.

    E senza neanche accorgersene, si ritrovò a raccontarle tutto.
    Il primo incontro con il trasformismo. L'illusione che fosse un modo per compensare i suoi difetti, per essere un tutt'uno con il mondo naturale. Il primo assaggio di un'anima, ed il piacere che aveva provato. Il volerlo ancora. E poi ancora. La fame, sempre più grande, insaziabile, che ormai da anni la tormentava. I piccoli momenti di comunione, presenti seppure effimeri, nei quali aveva trovato momentaneamente la pace. Le arti druidiche ed il ballo, che l'avevano aiutata a compensare, ma che ormai avevano perso il loro effetto benefico.

    ...E...e c'è questa... questa rrabbia. Costante. La sento anche adesso. Le sento dentrro di me, che si agitano, che vogliono... sento la lorro irrra. E a volte vengo soprraffatta, e mi rritrovo da tutt'altrra parrrte, senza saperre cosa sia successo. Senza alcun rricordo, se non brrevi flash...di distrrruzione.
    Abbassò la testa. Era passata più di un'ora, e adesso erano da sole. Tutti gli altri erano ritornati alle loro tende. Alcuni avevano tentato di avvicinarsi, ma erano stati scacciati da un gesto perentorio del capovillaggio.
    Clair restò in silenzio per quella che le sembrò un'altra ora. Poi, la vecchia parlò, con dolcezza, passando ad un colloquiale e materno "tu".

    Hai mai pensato di... lasciar sfogare quella rabbia?
    Gli occhi della Mithra scattarono verso di lei.
    Ma... ma se lo facessi, prrenderrrebberro il soprrravvento. Non avrrrei più contrrollo, e... divorrerrrebberro anche me. Io... sono debole.
    L'anziana scosse gentilmente la testa.
    Stai reprimendo i sentimenti di decine di anime - e reprimere quelli della propria basta ed avanza per far distruggere una mente. Quindi non sei debole. Sei forte.
    La Guado si interruppe, lasciando che le sue parole si cementisificassero nella ragazza - poco più che una bambina ai suoi occhi. Quindi continuò.
    Ma devi capire che quel sentimento è parte di te - perchè loro sono parte di te. Tanto quanto tu sei parte di loro. E come tale, lo puoi controllare. Lo puoi gestire. Ma per farlo, devi lasciare che si sfoghi. Devi lasciare che la rabbia scorra in te, e che diventi per te e le tue anime una forza.

    Ad un tratto Clair ricordò la parola che Aisen, il mago bianco che aveva incontrato a Balfonheim, le aveva detto.
    "Accettali".
    Lui aveva capito il tormento che stava passando - e questo era stato il suo consiglio, breve ma pregno di significato.
    Non era forse la stessa cosa che le stava dicendo l'anziana? Che dovesse accettare non solo i suoi mostri, i loro desideri e le loro volontà come parte delle sue - ma anche la loro rabbia. I loro difetti, i loro pregi. Tutto.

    Mentre pensava a quelle parole ed al mago bianco, l'anziana si frugò dalle tasche, poi prese le mani di Clair tra le sue e vi lasciò un oggetto. La Mithra vide che si trattava di un cristallo, rosso come il sangue. Lo riconobbe immediatamente come un cristallo dei ricordi.

    Questo mi è stato dato dalla mia insegnante. E dalla sua insegnante a lei. Io non posso insegnarti nulla sul trasformismo - le tue conoscenze sono ben superiori alle mie. Ma posso insegnarti a tramutare quella rabbia in forza. A sfogarla, a renderla parte di te.
    La vecchia sorrise, mentre Clair guardava il cristallo che teneva tra le mani. Sembrava quasi sussurrarle qualcosa, sebbene non capisse di cosa si trattasse.
    Vai al centro della piana. Affronta la tua paura e la tua rabbia, e sconfiggi la creatura che lì dimora. Dimostra alle tue anime, e a te stessa, che sei pronta ad accettarle, e ad accettarti, per ciò che siete.
    Clair barcollò in piedi, stordita. Era raro che capitasse ad una persona estroversa come la Mithra, ma si ritrovò senza parole. Tranne una.
    ...Grrrazie.
    La Guado Trasformista la guardò con gravità.
    Preparati bene... perchè potresti non tornare.
    La Mithra annuì velocemente. Se lo sentiva già dentro. Quella sarebbe stata la sua prova. Sarebbe perita, o rinata. Non c'erano alternative.

    Con un ultimo cenno del capo, uscì dal tendone, non tentennando neanche quando un fulmine cadde a pochi passi da lei, dirigendosi verso il centro della piana.
    Le sue anime erano silenziose. Osservavano la ragazza che le aveva divorate e rese parte di sè, per capire a cosa stessero per assistere.
    L'atto finale, o l'inizio di un nuovo spettacolo.
     
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